lunedì 13 novembre 2017
Credo che sia importante non utilizzare solo una scarpa per correre ed è sicuramente non corretto pensare all’acquisto della successiva solo quando il paio in uso comincia ad essere usurato. L’ultima parte di vita di una calzatura presenta cedimenti o quantomeno una minor ammortizzazione e quindi costituisce un pericolo per il runner. In sostanza, minor protezione significa aumento del rischio di infortuni.
Per non cestinare anzitempo un modello di media vita (genericamente con 500 km) bisogna cominciare a ruotarlo con il nuovo modello acquistato. In questo modo anche se “il vecchio” offre minori garanzie abbiamo limitato i rischi correndoci solo una parte dei km settimanali.
Il mio consiglio è in realtà quello di comperare più tipologie di scarpe.
Personalmente preferivo avere sempre tre modelli:
- scarpa per fare corsa semplice, ritmi medi e progressivi; mediamente protettiva.
- scarpa per fare ripetute, intervallati intensivi e corto veloce; in pratica un’intermedia con un equilibrio fra protezione e capacità elastica.
- scarpa da gara o sessioni tipo gara. Scarpa che dopo averla testata con qualche uscita si lascia esclusivamente per la competizione. Offrendo poca ammortizzazione si utilizza solo per fare “la prestazione”. Inoltre sono modelli che si consumano velocemente e quindi vanno dosati al meglio.
Cambiando in continuazione i primi due tipi di modello di cui ho parlato, ci si mette al riparo da vizi d’appoggio. Ogni scarpa ha “un suo carattere” ed in qualche modo dopo qualche centinaia di km corsi con essa ne siamo condizionati a terra. Ruotare scarpa significa quindi evitare l’instaurarsi di comportamenti anomali del piede al suolo. Oltre a cambiare la caratteristica della scarpa non è male poter scegliere anche aziende diverse di tanto in tanto, ciò per non rimanere vittima di un solo tipo di costruzione. Il venditore competente ci può senz’altro aiutare nella scelta corretta.
Inoltre, fare studi sull’appoggio è un’ipotesi da considerare in chi presenta difetti concreti poiché non dobbiamo dimenticarci che il nostro piede è diverso da ogni altro. Dobbiamo percepire la scarpa da corsa come un tutt’uno con il piede, dev’essere un suo guanto. La scarpa deve proteggerci ed al tempo stesso coadiuvare la spinta. La scarpa è ciò che ci unisce al terreno e ci permette di tradurre in giri motore tutta l’energia in nostro possesso.
Massimo Santucci
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giovedì 19 ottobre 2017
La vita si fa sempre più frenetica ed è un obbligo evitare errori nutrizionali che risultano essere sicuramente dannosi per la salute e la forma fisica. Alimentarsi bene non è solo un mezzo per far stare bene il nostro corpo, per sentirci pieni di energia, ma è un dovere nei confronti del nostro corpo. L’assunzione equilibrata di tutti i principi nutrienti permette di avere un organismo sempre ben rifornito e pronto ad ogni azione richiesta. Ogni allenamento richiede un determinato sforzo e non possiamo sottovalutare l’importanza di rifornirci nel modo giusto.
I carboidrati sono necessari, soprattutto per gli sportivi che fanno attività di resistenza, come maratoneti, trailer, triathleti, sciatori di fondo ecc. Il loro quantitativo può andare dal 40 al 50% del fabbisogno; mentre un 30% va destinato alle proteine ed il restante ai grassi. I carboidrati sono la benzina da bruciare per sostenere l’attività fisica, le proteine sono i “mattoni” dei muscoli, mentre i grassi sono utilissimi per i processi metabolici. Riguardo l’idratazione, bisogna attuare poche limitazioni, 2-3 litri di acqua è il giusto quantitativo giornaliero, ovviamente da calibrare in base ai vari periodi stagionali.
Un bicchiere di vino non crea alcun problema, come una birra, c’è solo da usare il buonsenso in relazione alle quantità, infatti, l’alcool interferisce in modo negativo sulla termoregolazione e soprattutto nei periodi caldi provoca un’abbondante perdita liquidi. Utile l’assunzione di fibre, sono importanti per la motilità dell’intestino. La colazione dev’essere ricca, fatta di sostanze nutrienti, il pranzo equilibrato nei suoi componenti e la cena deve reintegrare quanto speso durante la giornata senza provocare difficoltà digestive essendo vicini al riposo notturno. Fondamentale l’inserimento degli spuntini, il primo a metà mattina, il secondo a metà pomeriggio. In essi vanno prediletti frutta, yogurt, tè, succhi o latte scremato con biscotti secchi, ma anche panini (ad esempio pane integrale con bresaola, una foglia di lattuga ed un filo d’olio extra vergine di oliva) se c’è bisogno di sostegno per un allenamento in programma un paio di ore dopo.
In breve possiamo riassumere :
– 5 assunzioni di cibo durante la giornata: colazione + 2 pasti completi di carboidrati, proteine e grassi + 2 spuntini
– Ricordarsi di mangiare frutta e verdura.
– Bere almeno 2/3 litri di acqua al giorno
Avere un corpo ben rifornito permette di compiere gli allenamenti senza carenze energetiche.
E’ inoltre importante mangiare in modo attento e completo dopo gli allenamenti, ciò per recuperare velocemente ed essere di conseguenza in ottima forma per il successivo allenamento.
Massimo Santucci
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