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Correre scalzi: si o no?

Correre a piedi nudi e quindi in modo più naturale possibile o proteggersi con le calzature sportive per evitare ogni tipo di rischio?

Correre a piedi nudi priva di un ritorno elastico dato dalla scarpa? Questi e tanti altri temi andrebbero affrontati per dare risposte esaustive sull’argomento. In questa occasione ci avvaliamo di due esperti del piede che alleno e con cui condivido studi in materia. I chinesiologi Daniele De Pasquale e Marco Giambastiani ci esprimono un loro parere a riguardo. Secondo me la loro testimonianza è estremamente utile in quanto, essendo atleti, hanno la piena conoscenza di cosa significa correre.

Prima però due parole sul piede.

Il piede

Il piede, si trova all’estremità dell’arto inferiore del corpo umano ed è una struttura anatomica molto importante, dal momento che ogni carico generato da movimenti e attività sportive, agiscono su esso. Lo scheletro del piede è formato da 26 ossa (numero che può variare da persona a persona per la possibile presenza di ossa accessorie o di sesamoidi) che vengono generalmente divise in:

Tarso, che costituisce la parte posteriore del piede e contribuisce a formare lo scheletro della caviglia e del tallone. Vi possiamo trovare due fila di ossa: la fila prossimale, formata dal talo e dal calcagno e la fila distale, formata dalle tre ossa cuneiformi, dall’osso cuboide e dall’osso scafoide.

Metatarso, che costituisce la metà anteriore del piede, è formato da cinque ossa metatarsali che fanno da tramite tra il tarso e le falangi che compongono le dita del piede.

Falangi, sono 14 piccole ossa.

Tutte le dita del piede sono formate da tre falangi, ad eccezione dell’alluce, che ne ha solo due. Tutte le ossa del piede, presentano un rivestimento di cartilagine, elastica, ma anche resistente, che consente lo scorrimento delle ossa nelle articolazioni. La parte superiore del piede è chiamata dorso (o collo) del piede, la parte inferiore pianta del piede.

Esistono varie patologie che colpiscono il piede, le più diffuse sono l’alluce valgo, una deformazione dell’articolazione del primo dito del piede e il piede piatto, caratterizzato dalla riduzione dell’arco plantare.

Curiosità

Nei Giochi Olimpici del 1960 svoltisi a Roma, Abebe Bikila, corse l’intera maratona senza l’uso delle scarpe ottenendo la medaglia d’oro.

Questa scelta tecnica fu concordata con il suo allenatore. Nel 1964 bissò il successo correndo con le scarpe.

8 domande all’esperto (Dr. De Pasquale)

Come mai corri a piedi nudi?

Fondamentalmente perchè ero sempre alla ricerca di una scarpa che lasciasse la maggior libertà al piede. La trovavo sempre troppo alta o stretta ed ho cominciato a “togliere” sempre più, in 4/5 anni sono arrivato a corre scalzo.

In allenamento corri sempre scalzo?

Adesso si, ma è stato un passaggio graduale. Faccio sempre il solito percorso lineare su asfalto, solo quando sono fuori corro con le FiveFingers di pelle.

Quanto perdi in termine di prestazione?

Sotto i 10 km adesso guadagno, inizialmente perdevo perchè dovevo reimpostare la meccanica. La spesa energetica dovuta al correre scalzi è secondo me trascurabile fino ai 10 km. Sulle lunghe distanze invece c’è una perdita in termini cronometrici perchè correre scalzi è più dispendioso.

Correndo scalzo hai risentimenti maggiori dopo gli allenamenti e nel post gara?

Sto molto meglio. Durante la corsa sento i polpacci che lavorano tanto, ho un impegno maggiore, fatico di più, anche se corro lento sono impegnato muscolarmente, ma finita la seduta non avverto fastidi.

Tutti possono correre scalzi?

Dipende da che tipo di vita ha fatto il podista, dal suo trascorso sportivo e se ha avuto traumi di rilievo.

Consigli di fare allenamenti con le FiveFingers agli atleti che tratti? 

Solo qualche uscita a chi non ha nessun problema e si è abituato nel tempo ad usare i piedi. Ciò aiuta a ritrovare la naturalezza al piede.

Un consiglio per i podisti?

Per tutti consiglierei una minimalista, niente zeppe ai piedi.

Un’ultima nota?

Dovremmo dedicare alla corsa non più di 30′ al giorno, questo tempo sarebbe perfetto.

Se vogliamo fare cose più grandi dobbiamo guadagnarcele con il continuo allungamento delle catene posturali. Io faccio lunghe distanze, come le maratone, ma so bene che per fare ciò e stare bene devo dedicare ampi spazi di tempo al mio corpo.

Correre: con quale tipo di scarpa? Scalzi è meglio? (Dr. Marco Giambastiani)

Prima di esporre la mia opinione su un tema tanto affascinante vorrei fare una premessa: facendo il chinesiologo, più precisamente occupandomi di riequilibrio posturale, vorrei far suonare un allarme per tutti i podisti e altri atleti sulla questione PIEDE.

Mi trovo ogni giorno davanti sportivi, podisti, triatleti ecc. che non riescono ad eseguire movimenti semplici come la flessione delle dita del piede, flessione-estensione dell’articolazione tibio-tarsica ed altri semplici movimenti senza che si scatenino crampi violentissimi.

Mi sembra di notare che l’attenzione dello sportivo medio sia sul tipo di calzatura da comprare (e qui arrivano i più svariati consigli, anche da chi non sa minimamente come è fatto e quali funzioni abbia il piede), che non sulla salute del proprio piede.

Quella che noi snobbiamo è la parte del corpo che ci permette di camminare, correre, orientarci nello spazio, manda continuamente segnali al sistema tonico-posturale e infine si adatta alle tensioni muscolari che derivano dalla parte superiore del corpo. E’ la sola parte del corpo che ci tiene quasi costantemente in contatto con il nostro pianeta!!

Logicamente, la salute del piede, ha un ruolo fondamentale nella corsa. Esso è fatto di muscoli, e anche questi muscoli hanno diritto ad allungarsi per la propria salute ed efficienza.

Quindi pensiamo al piede come una parte del corpo da curare, rendendola sensibile (propriocezione, più il piede è sensibile, migliore sarà la meccanica di corsa) allungando i vari muscoli estensori e flessori (un piede elastico ci dà una maggiore spinta e previene i traumi tendinei ammortizzando maggiormente).

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