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Cappellino d’estate si o no? Una breve analisi

Più volte abbiamo rimarcato le condizioni favorevoli da ricercare per correre in estate. Un indumento a cui prestare particolarmente attenzione è il cappellino con visiera. Quando si corre, sia che si tratti di distanze di fondo, prolungate, sia che si tratti di fare delle ripetute o degli allunghi è importante tenere sotto controllo vari aspetti e la temperatura della testa è uno di quelli.
Il cappellino con visiera è un indumento, che come gli occhiali da sole, viene praticamente automatico indossare d’estate per proteggere la testa dai raggi solari, più invadenti che in altre stagioni, ed evitare così colpi di calore, insolazioni, nausea.
Nella corsa innanzitutto è importante sapere che il cappellino deve essere in tessuto tecnico, tale da favorire al meglio la traspirazione. Nonostante sia considerato in maniera vera e propria integrante dell’abbigliamento da running estivo, dobbiamo sapere che semplicemente ‘mettersi il cappellino’ potrebbe non bastare per ottimizzare la nostra seduta di corsa.

Quando corriamo infatti la testa rappresenta un punto di grande “scambio” del calore, per cui è importante gestire i momenti: non si può pensare di correre senza cappellino sotto il sole cocente, ma anche fare una seduta di fondo da un’ora o più con il cappellino fisso in testa senza ulteriori azioni potrebbe esporci a dei rischi. Ecco che ci vuole equilibrio, ed una saggia gestione della seduta.
Nei (frequenti) frangenti di idratazione durante la corsa estiva non dobbiamo solo preoccuparci di bere e reintegrare sostanze perdute, ma pure di rinfrescarci il viso, le spalle, i capelli abbastanza frequentemente, senza vergognarsi di bagnarsi. Molti atleti adottano (giustamente) la pratica di bagnarsi i capelli addirittura prima di partire o c’è chi addirittura fa una doccia fredda prima della corsa (quest’ultima sconsigliata). Una volta fatto ciò potremo indossare un cappello che ci protegga dai raggi solari.
Ricordiamoci che in estate, per il runner vale il detto ‘bere e bagnarsi spesso’, per combattere la perdita di sostanze indispensabili e l’eccessivo caldo dato dalle temperature, sommato all’attività.
Ancora diversa è la situazione per chi corre in pineta, dove la testa non è (non sembra!) direttamente colpita dai raggi solari. Molti runner solitamente finiscono per sottovalutare questa situazione e credono che correre all’ombra basti per evitare numerose soste per reidratarsi e bagnarsi. In realtà, nonostante il territorio sia più vantaggioso rispetto che correre sotto il sole e magari sull’asfalto, valgono esattamente le stesse regole di precauzione (cappello compreso).

Lorenzo Andreini, Fisioterapista ed Istruttore FIDAL

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