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Sensazioni, cronometro e cuore

Per impostare le corrette andature negli allenamenti per la corsa, ci si avvale solitamente di più indicatori. Ne vorrei riassumere tre che, secondo me, sono quelli a cui si dovrebbe far riferimento.

Un primo indicatore sono le sensazioni e cioè la capacità di saper decifrare il reale grado di intensità. Poter eseguire allenamenti a ritmo lento, medio, medio alto, veloce ecc. dovrebbe essere semplice senza essere necessariamente succubi del cronometro in ogni giornata di allenamento. Inoltre le intensità non si possono sempre definire con una velocità ben precisa. Il carico di allenamento, unito ad altri fattori, altera le andature “da mettere in strada” e quindi una velocità che può essere moderata in un giorno può essere media in un altro. Soprattutto nei fartlek, nelle variazioni di ritmo, nei progressivi dovremmo lavorare maggiormente con le sensazioni.

Ci sono sedute in cui invece la precisione del ritmo è fondamentale. Questo perchè per sollecitare al meglio determinati meccanismi, in primis la potenza aerobica e la resistenza lattacida, è fondamentale correre ad andature prossime alla soglia anaerobica ed al massimo consumo d’ossigeno. Per fare ciò bisogna valutare le proprie soglie (attraverso test in laboratorio o da campo) ed impostare in varie percentuali i ritmi di allenamento. Una volta che abbiamo le andature di riferimento possiamo gestirle con un cronometro che ci darà in tempo reale tutti i dati necessari.

Avvalersi di un cardio per impostare le corrette andature di allenamento non è senz’altro una scelta primaria per la corsa. In chi vuole utilizzarlo come tutor per gli allenamenti, dovrebbe innanzitutto fare test specifici per unire le frequenze alle soglie di riferimento e poi passare a creare range di lavoro per fare allenamenti dai ritmi mirati. Il limite di fare riferimento al cuore (mi riferisco alla corsa non ad ogni sport), è dato dalla sensibilità cardiaca a svariati fattori. Vuoi l’orario della giornata in cui corriamo, la stagione (fredda, calda, umida…), la stanchezza da carico, un cattivo riposo, l’eventuale stress indotto dalle attività non sportive..insomma prendere a riferimento il cuore non rappresenta un indicatore di massima precisione.

Consiglio quindi di fare riferimento al cronometro per controllare la correttezza dell’andamento della sessione di allenamento, ma senza che diventi un’attenzione eccessiva. Il capire le sensazioni ed il reale grado di sforzo rappresenta un valore aggiunto per modulare al meglio le sedute. Inoltre, monitorare le andature di corsa, in concerto con le sensazioni, costituisce un mezzo per arrivare a capirsi sempre più. La naturale conseguenza è anche quella di poter gestire al meglio le competizioni essendo in grado di conoscere le risorse reali. Più conoscenza significa maggiore performance.

Massimo Santucci

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